Un mio racconto in italiano su Sdiario - Traduzione: Maddalena Zancato
“Are you sure?”, la voce della ragazza che masticava le consonanti e inghiottiva le vocali era come musica per le sue orecchie. Lui fece “OK” alzando il pollice. Prima di continuare si tolse la maglietta e si scattò un selfiein piedi sul parapetto del ponte, con le colline, dietro, a fare da cornice. Era enorme, gigante. Quello era il momento perfetto, irripetibile.
“Are you sure?”, gridò lei di nuovo.
Nei suoi occhi azzurri liquidi era dipinta la paura e lui ci leggeva l'ammirazione per la sua impresa. Come un pavone in primavera apriva la coda di mille colori e i pettorali nudi, torniti a forza di palestra, che si alzavano ad ogni respiro. L'aveva conquistata, lei era il trofeo.
Ai suoi piedi, l'acqua calma, mite, marrone, lo attendeva come un lenzuolo di seta con bagliori dorati. Si mise di spalle, con lo sguardo al verde degli alberi stagliato contro l'azzurro intenso del cielo.
“Are you sure?”
Sentì di nuovo il grido mentre volava dall'alto del ponte, magnifico, intrepido, eterno.
Fu l'ultima cosa che udì chiaramente prima del gorgoglio. L'Arno, con gesto materno, lo abbracciò nella seta marrone della sua acqua, lo avvolse, lo ricoprì e non lo lasciò riemergere. Preferì cullarlo nel suo seno.